venerdì 13 settembre 2013

Conosciamo davvero il Rock Fishing?

Da ormai  un anno, sono in contatto con illustri personaggi del rock fishing Giapponese e nelle numerose conversazioni che ho avuto con questi mostri sacri, mi accorgevo sempre di più che noi europei di rock fishing non ci capiamo propio niente. Si avete letto bene, NIENTE. Ma la cosa davvero drammatica è che sebbene siamo agli albori di questa fantastica tecnica, non cerchiamo in alcun modo di evolverci, ma anzi, siamo restii e vogliamo continuare su quella via senza rischiare e osare di progredire in quello che facciamo. Ma vediamo di chiarire in perchè di questa ''disevoluzione''. In Europa, quando si parla di rock fishing, subito viene in mente una pesca statica, fatta con piccole jig-head, con grammature esigue, concentrandoci sulla cattura dei piccoli pesci di fondale quali scorfani, ghiozzi, sciarrani o bavose. Ma stiamo SBAGLIANDO, quello che noi stiamo facendo è solo una branca del rock fishing, quello che noi stiamo facendo è mebaru game, ovvero una pesca che mira la ricerca del Mebaru (Sebastes inermis).

Il Mebaru lo si può definire tranquillamente uno scorfano Giapponese, il suo nome in inglese infatti è Japanese Rock Fish e viene pescato appunto in maniera statica nei pressi del fondo con piccole soft-bait o con hard-bait apposite chiamate appunto Mebaring.

Ok abbiamo capito che il rock fishing non è solo Mebaru game, oltre a questa tecnica ce ne sono altre?
Certamente! Il conosciutissimo Aji-game, ovvero la pesca dei sugherelli fatta dai porti, dove in Italia e in Europa ha avuto subito un quantitativo di consensi incredibile, maggiore anche del Mebaru-game.
Le altre branche del Rock sono, una pochissimo conosciuta, ovvero il Kurodai-game e il Kisu-game che è invece del tutto sconosciuta. Vediamole nel dettaglio.
Il kurodai-game è una tecnica di pesca fatta con soft-bait e in rari casi con hard-bait, che mira la cattura dei saraghi, in particolar modo il Kurodai (Acanthopagrus schlegelii ).
 Questo sparide frequenta le coste del Sol Levante e, a differenza dei nostri Italiani, possiede un' aggressività inimmaginabile. La tecnica di pesca è fatta con le stesse attrezzature canoniche che utilizziamo per il mebaru-game, quello che cambia è il recupero.
Il Kurodai-game, a differenza del Mebaru-game, è tutt' altro che statica, anzi, è molto dinamica, infatti una volta lanciata la soft-bait nello spot, la lasceremo affondare fino alla profondità desiderata e con dei colpi energici di polso, le faremo effettuare una traiettoria composta da una serie di semicerchi, la quale non dovrà mai andare a contatto con il fondo.
Per quanto riguarda il Kisu-game, la cosa si complica.
 Infatti questa tecnica mira la cattura del Kisu (Sillago argenti fasciata) il quale è completamente assente nelle nostre acque, tranne qualche rarissimo caso nel Mediterraneo sud-orientale dove è presente il sillago sihama. Questa tecnica si effettua con canne, molto particolari, infatti la canna ideale per il kisu-game è una solid tip, che lanci almeno 15g, si avete letto bene!
Questa tecnica è, fra quelle citate, quella che più si avvicina ad una pesca con le esche naturali, infatti si possono utilizzare sia queste ultime, sia soft-bait immerse in dip. Il rig canonico per il Kisu-game è una montatura a drop-shot con più ami, propio come una montatura da bolentino, la quale andrà fatta lavorare sul fondale per poi recuperarla in maniera davvero lentissima. Si può dire tranquillamente che questa è la tecnica del rock fishing più statica che ci sia. QUINDI! Abbiamo capito che il rock fishing in Europa è solo agli albori, quindi ora che sappiamo che esistono altre declinazioni di questa splendida pesca, cosa farete, vi evolverete in pescatori che cercano di migliorarsi o resterete con il terrore di rischiare rimanendo indietro con i tempi e le tecniche? A voi la scelta.
Marco Gentili

sabato 7 settembre 2013

Il mebaring: la nuova frontiera del light rock fishing

Nello stereotipo comune, il rock fishing, viene indicato come una pesca statica, con jig-head e rig iper-leggeri. A questa affermazione non ci si poteva rispondere fino a qualche mese addietro, ma ora, grazie anche a ditte che puntano all' importazione dei prodotti migliori, possiamo finalmente scoprire una nuova tecnica del Light rock fishing fatto con Hard-bait: il mebaring!
Questa tecnica di pesca viene effettuata con delle hard-bait, chiamate anche loro mebaring, le quali non possono essere definite minnow, poichè minnow non lo sono, vediamo di spiegare il perchè.
Quando iniziai a provare questi splendidi artificiali, iniziai a utilizzarli propio come se fossero dei minnow, quindi lanci nei pressi dello spot alla ricerca di spigole e predatori marini convenzionali, ma fin da subito notai una serie di particolari: su recupero lineare nuotava in modo strano e che, in caduta, scendeva con la parte posteriore. Insolito e strano quanto meno, non riuscivo a carpirne il valore immenso, fino a quando, ricordandomi della visione di un video Giapponese che parlava della tecnica del ''Mebaring'' e iniziai a utilizzarlo come l' angler del video. Il recupero del Mebaring, si effettua in spot con acqua bassa (1,5- 2,5 m) nei pressi di ammassi di roccia o comunque di ostacoli nei pressi del fondo. Dopo aver letto queste poche righe, viene spontaneo pensare che ad ogni lancio agganceremo il nostro artificiale sull' ostacolo. Assolutamente no! Una caratteristica del mebaring è propio l' anti-incaglio grazie alla sua paletta, posta fuori dall' asse dell' artificiale stesso, questo favorirà l' azione ''bump the stump'' ovvero quell' azione tipica dei crank da bass-fishing. Come abbiamo detto all' inizio, la caduta verso il fondo è fatta in maniera posteriore rispetto all' artificiale, quindi, domanda spontanea, se non imita un pesciolino, cosa imita?
Un Gamberetto! Il mebaring imita un piccolo crostaceo che nuota nei pressi del fondo, quindi la preda tipica di scorfani, sciarrani, perchie e ghiozzi.

 Come si pesca con il Mebaring? Non si pesca in distanza, ma si pesca quasi sempre nei pressi del sottoriva o comunque non tanto distante da quest' ultima. Si lascerà che l' artificiale scenda sul fondo per poi animarlo con jerkate di polso, verso il basso se si vuole avere un movimento morbido, per pesci non tanto attivi, verso l' alto per avere un movimento scattante per pesci più attivi. Se immaginiamo una linea che indichi il passaggio di questo artificiale,  ci troveremo una serie di semicerchi sul fondo, esattamente come se si recuperasse una jig-head.
Questo artificiale, mi ha fatto letteralmente innamorare, per l' insieme di caratteristiche uniche che possiede, sicuramente quest' inverno lo proverò anche sui miei amici giga-ghiozzi, poichè ho già avuto la prova che è apprezzato anche dai Gobidi croati.
Nella sessione croata, abbiamo testato il nuovissimo mebaring di casa Aquawave, lo shallow-magic80, che dire, giudicate voi.
Let' s rock!
Marco Gentili