martedì 30 giugno 2015

Rock Emotions: L' irlanda

Ancora ricordo quell' odore intenso di mare, anzi di oceano, ricordo anche i pesci, tanti pesci e soprattutto ricordo la loro forza una volta allamati. Il pollock, di questo si parla, una volta allamato è impressionante, pensate usando le attrezzature da light.
La maggior parte dei pollock che ho preso pescando a Rock Fishing, li ho catturati pescando principalmente con due tipologie di artificiali, soft-bait che imitano pesce foraggio e metal-vibration, lavorati a ''dente di sega'' lungo la fascia d' acqua. L' attacco è molto violento, lasciandoci increduli su come un pesce di così modeste dimensioni possa dimostrare una potenza tale.


Let' s rock.
 Marco

giovedì 16 aprile 2015

Pre perturbazione: toccata e fuga

Oggi mi sono liberato in fretta dal lavoro e, vista una perturbazione in avvicinamento, sono andato a fare due lanci. Arrivato sullo spot mi accorsi di una discreta velatura dell' acqua e di una quantità incredibile di minutaglia. Non potete capire che scimmia mi prese. C' erano tutte le condizioni per la cattura di un bel drago. Iniziai a pescare immediatamente con un kaburino e un Fish Action Attractor Shad come trailer. Dopo un' ora NEMMENO UNA TOCCA!!!! Rimasi incredulo, è vero che nella pesca, dogmi non esistono, ma in certe condizioni si va quasi a colpo sicuro.......oggi non era un giorno di questi. Cambiai approccio, feci una montatura a texas e innescati un Fish Action Kraken 2". Lo animavo in maniera abbastanza vivace nei pressi della strike zone, facendogli fare lunghissime soste non appena sentivo delle mangiate. Di mangiate iniziai a sentirne parecchie, ma nessuno strike. Dove potevo sbagliare? A questo punto l' artificiale era quello giusto, poichè di mangiate ne avevo avute davvero tante, sbagliavo l' approccio. A questo punto optai per una pesca estremamente lenta, quasi ferma. IL NULLA!!!!!!!! Continuai in questa maniera e, anche abbastanza incazzato, recuperai velocemente l' artificiale per rilanciaro, facendolo passare vicinissimo ad un piccolo drop-off. Sbam! Pesce in canna! Un piccolo ghiozzo nero attaccò il Kraken recuperato a cannone...............incredibile!
Pescando in questa maniera sono riuscito a catturare circa 5/6 piccoli ghiozzetti, ma io voglio il mostro!!!!!! La cosa che notai è che gli attacchi avvenivano nel momento in cui l' artificiale si staccava dal fondale, quindi scelsi di ultimare la giornata con una montatura a drop-shot, mantenendo sempre il Kraken 2". Pescando nei pressi di una roccia isolata in mezzo ad un canalone ci fu un piccolo sussulto di cimino, rimasi sospeso per vedere se il predatore riattaccasse. Non appena fermai l' artificiale, arrivò l' attacco. In questo caso, grazie al finale in Ultima Entity, riuscì a estirpare ''letteralmente'' dalle cozze questo discreto ghiozzo testone.
Alla prossima.
Marco

giovedì 2 aprile 2015

Che la Rock-evolution abbia inizio!

Ciao a tutti ragazzi. Sono vivo!!!!!!!! Scherzi a parte, sono stato assente per parecchio tempo dal blog e dal canale YT per motivi lavorativi, ma questo non mi ha impedito di continuare a promuovere RFP, anzi! Con queste poche righe vorrei parlarvi delle mie nuove collaborazioni in termini alieutici. Infatti da circa un mese sono diventato Tester della ditta ULTIMA, un' azienda che produce filati di qualità estrema e collaboratore della azienda FISHACTION, la quale crea artificiali. Non vi dico neanche quanto sono gasato! In questi ultimi tempi sono andato a pesca davvero poco per via del lavoro, fate conto che da Natale 2014 ad oggi,2 Aprile 2015, sono andato a pesca 2 volte............fate vobis. Questo però non ha ostacolato la mia voglia di rivoluzionarmi nel rock fishing, rimanendo sempre in contatto con i maxi esperti Jappi, da quali cerco di trarre il più possibile. E visto che quest' anno è l' anno della Rock-evolution mi sono imposto di battere un mio record, ovvero, riuscire a catturare un Ghiozzo Testone di 40 cm......Lo so cosa state dicendo, ''esagerato'', ''non esiste un ghiozzo del genere'', ''su fishbase lo danno al massimo di 20 cm, tu spari cazzate, adesso ti segnalo a Giorgio Goolge e ad Alfonso Blogger, non si possono divulgare questo boiate!''. Se ho preso questa decisione vuol dire che un fondamento di verità c' è, e in più persone che pescano con me possono testimoniare l' esistenza di questi mostri. Comunque, l' altro giorno mi sono deciso a ritagliarmi uno spazio e sono finalmente andato a rock. Da quest' anno tra l' altro utilizzerò, per pescare a mebaru, solo canne da casting ''estirpo style'' e le jig head se posso le evito. Comunque, arrivato sullo spot noto subito una colorazione dell' acqua abbastanza buona, quindi decido di montare un buon finale di 12 lb ( Ultima Entity ), un kabura made in Leslie Belletti e come trailer un FISHACTION Roach DS 3'', in modo da imitare uno dei tanti pesciolini presenti sullo spot. Da subito le toccate non si fanno mancare anche se pesco con un artificiale di 4'' (kabura + trailer), con molto volume dato dallo skirt, per un totale di quasi 8g..........non proprio light convenzionale. Ho da subito notato un predisposizione dei predatori ad attaccare sui cigli degli scalini presenti sul fondo, trattenendo l' artificiale, anche per molto tempo sul fondo. Dopo circa un' ora ho raggiunto un quantitativo innumerevole di attacchi a vuoto, dovuti ai tanti pinellini che attaccavano. Arrivato nei pressi di uno spot con uno scalino molto pronunciato, non ho esitato a farci parecchie passate e al quarto passaggio SBAM.

Non è di certo il mio obbiettivo, ma sicuramente un traguardo l' ho raggiunto. Ovvero che questi pesci sono predatori a tutti gli effetti, la dimensioni ridotte non li rende meno rispettabili di altri. 
Con questo articolo inizia la mia Rock-evolution e credetemi se vi dico che è solo l' inizio, se parte il progetto che ho in mente......Madòòòòòòòòòòò, Stay Tuned

Marco

martedì 8 luglio 2014

Rock Tips: Gli spot poco profondi

Per il primo capitolo di Rock Tips iniziamo a parlare della scelta dello spot. Iniziamo con gli spot poco profondi. Pescando in acqua bassa molti pescatori desistono e non danno fiducia a questi spot, forse perchè credono che in acqua bassa non ci sia pesce, forse perchè credono che in acqua bassa è più facile farsi scoprire, vediamolo insieme.

  1. Stagione: I momenti migliori per cercare predatori in acqua bassa è sicuramente l' inverno, durante le rare giornate di sole. L' acqua si scalderà prima e i predatori entreranno prima in attività. Iniziamo a pescare durante le ore centrali, quando il sole è alto
  2. Approcci: Scegliamo approcci che non vadano a creare troppo impatto, optiamo per jig-head molto leggere e artificiali minuti o comunque con pochi ''fronzoli'', rimaniamo il più leggeri possibili.
  3. Fili: Nei limiti del possibile, scegliamo filati il più sottili possibili. Pescando in acqua bassa molto spesso effettueremo un ''sight fishing'' ovvero una pesca a vista, percui potremmo anche controllare la ferrata, che dovrà essere sempre di polso, e il quantitativo di forza impiegata.
Come ultima cosa vorrei consigliarvi di insistere in questi spot, spesso riservano belle sorprese, come questo scorfano siculo, catturate in meno di una spanna d' acqua.
Alla prossima
Marco Gentili

venerdì 4 luglio 2014

I limiti esistono per essere superati

Questo diceva Tony Stark, mentre provava il primo prototipo di Iron Man. Parlando di RF di limiti ce ne potrebbero essere davvero tantissimi: la profondità raggiungibile, la distanza di lancio dovuto ai pesi esigui impiegati in questa tecnica....e dei pesci? Su quest' ultimo punto non sono d' accordo. Mi è capitato più volte, specie in Off-Shore, di avere a che fare con predatori, non proprio da Light Game, come le lampughe, pesce che adoro alla follia e che considero il più bello del mare.


Questo articolo, non vuole essere incentrato su una tecnica o su un pesce specifici, ma vuole essere un imput per tutti noi, in modo tale da sperimentare questo modo di pescare così avvincente e coinvolgente.
Questa bellissima lampuga è stata catturata cercando sugherelli e sgombri con un metal jig, ma dopo qualche lancio, dalla boa galleggiante che vedete alla mie spalle, è uscito questo fulmine che ha aggredito l' artificiale e mi ha fatto non poco patire con l' attrezzatura da Light.
Un' altra cattura ''over-limits'' che mi è capitata è stato questo bellissimo trigone, che purtroppo la foto non rende la sua grandezza, fate conto che quello che si vede è uno shad da 3 pollici. 
Queste due catture sono state ''eccezionali'' poichè non sono propriamente prede da rock, ma anche qui vediamo quanto una pesca, nata per pesci molto più piccoli e meno combattivi, può diventare un susseguirsi di emozioni e di sorprese.
Rock is The Way 

venerdì 13 settembre 2013

Conosciamo davvero il Rock Fishing?

Da ormai  un anno, sono in contatto con illustri personaggi del rock fishing Giapponese e nelle numerose conversazioni che ho avuto con questi mostri sacri, mi accorgevo sempre di più che noi europei di rock fishing non ci capiamo propio niente. Si avete letto bene, NIENTE. Ma la cosa davvero drammatica è che sebbene siamo agli albori di questa fantastica tecnica, non cerchiamo in alcun modo di evolverci, ma anzi, siamo restii e vogliamo continuare su quella via senza rischiare e osare di progredire in quello che facciamo. Ma vediamo di chiarire in perchè di questa ''disevoluzione''. In Europa, quando si parla di rock fishing, subito viene in mente una pesca statica, fatta con piccole jig-head, con grammature esigue, concentrandoci sulla cattura dei piccoli pesci di fondale quali scorfani, ghiozzi, sciarrani o bavose. Ma stiamo SBAGLIANDO, quello che noi stiamo facendo è solo una branca del rock fishing, quello che noi stiamo facendo è mebaru game, ovvero una pesca che mira la ricerca del Mebaru (Sebastes inermis).

Il Mebaru lo si può definire tranquillamente uno scorfano Giapponese, il suo nome in inglese infatti è Japanese Rock Fish e viene pescato appunto in maniera statica nei pressi del fondo con piccole soft-bait o con hard-bait apposite chiamate appunto Mebaring.

Ok abbiamo capito che il rock fishing non è solo Mebaru game, oltre a questa tecnica ce ne sono altre?
Certamente! Il conosciutissimo Aji-game, ovvero la pesca dei sugherelli fatta dai porti, dove in Italia e in Europa ha avuto subito un quantitativo di consensi incredibile, maggiore anche del Mebaru-game.
Le altre branche del Rock sono, una pochissimo conosciuta, ovvero il Kurodai-game e il Kisu-game che è invece del tutto sconosciuta. Vediamole nel dettaglio.
Il kurodai-game è una tecnica di pesca fatta con soft-bait e in rari casi con hard-bait, che mira la cattura dei saraghi, in particolar modo il Kurodai (Acanthopagrus schlegelii ).
 Questo sparide frequenta le coste del Sol Levante e, a differenza dei nostri Italiani, possiede un' aggressività inimmaginabile. La tecnica di pesca è fatta con le stesse attrezzature canoniche che utilizziamo per il mebaru-game, quello che cambia è il recupero.
Il Kurodai-game, a differenza del Mebaru-game, è tutt' altro che statica, anzi, è molto dinamica, infatti una volta lanciata la soft-bait nello spot, la lasceremo affondare fino alla profondità desiderata e con dei colpi energici di polso, le faremo effettuare una traiettoria composta da una serie di semicerchi, la quale non dovrà mai andare a contatto con il fondo.
Per quanto riguarda il Kisu-game, la cosa si complica.
 Infatti questa tecnica mira la cattura del Kisu (Sillago argenti fasciata) il quale è completamente assente nelle nostre acque, tranne qualche rarissimo caso nel Mediterraneo sud-orientale dove è presente il sillago sihama. Questa tecnica si effettua con canne, molto particolari, infatti la canna ideale per il kisu-game è una solid tip, che lanci almeno 15g, si avete letto bene!
Questa tecnica è, fra quelle citate, quella che più si avvicina ad una pesca con le esche naturali, infatti si possono utilizzare sia queste ultime, sia soft-bait immerse in dip. Il rig canonico per il Kisu-game è una montatura a drop-shot con più ami, propio come una montatura da bolentino, la quale andrà fatta lavorare sul fondale per poi recuperarla in maniera davvero lentissima. Si può dire tranquillamente che questa è la tecnica del rock fishing più statica che ci sia. QUINDI! Abbiamo capito che il rock fishing in Europa è solo agli albori, quindi ora che sappiamo che esistono altre declinazioni di questa splendida pesca, cosa farete, vi evolverete in pescatori che cercano di migliorarsi o resterete con il terrore di rischiare rimanendo indietro con i tempi e le tecniche? A voi la scelta.
Marco Gentili

sabato 7 settembre 2013

Il mebaring: la nuova frontiera del light rock fishing

Nello stereotipo comune, il rock fishing, viene indicato come una pesca statica, con jig-head e rig iper-leggeri. A questa affermazione non ci si poteva rispondere fino a qualche mese addietro, ma ora, grazie anche a ditte che puntano all' importazione dei prodotti migliori, possiamo finalmente scoprire una nuova tecnica del Light rock fishing fatto con Hard-bait: il mebaring!
Questa tecnica di pesca viene effettuata con delle hard-bait, chiamate anche loro mebaring, le quali non possono essere definite minnow, poichè minnow non lo sono, vediamo di spiegare il perchè.
Quando iniziai a provare questi splendidi artificiali, iniziai a utilizzarli propio come se fossero dei minnow, quindi lanci nei pressi dello spot alla ricerca di spigole e predatori marini convenzionali, ma fin da subito notai una serie di particolari: su recupero lineare nuotava in modo strano e che, in caduta, scendeva con la parte posteriore. Insolito e strano quanto meno, non riuscivo a carpirne il valore immenso, fino a quando, ricordandomi della visione di un video Giapponese che parlava della tecnica del ''Mebaring'' e iniziai a utilizzarlo come l' angler del video. Il recupero del Mebaring, si effettua in spot con acqua bassa (1,5- 2,5 m) nei pressi di ammassi di roccia o comunque di ostacoli nei pressi del fondo. Dopo aver letto queste poche righe, viene spontaneo pensare che ad ogni lancio agganceremo il nostro artificiale sull' ostacolo. Assolutamente no! Una caratteristica del mebaring è propio l' anti-incaglio grazie alla sua paletta, posta fuori dall' asse dell' artificiale stesso, questo favorirà l' azione ''bump the stump'' ovvero quell' azione tipica dei crank da bass-fishing. Come abbiamo detto all' inizio, la caduta verso il fondo è fatta in maniera posteriore rispetto all' artificiale, quindi, domanda spontanea, se non imita un pesciolino, cosa imita?
Un Gamberetto! Il mebaring imita un piccolo crostaceo che nuota nei pressi del fondo, quindi la preda tipica di scorfani, sciarrani, perchie e ghiozzi.

 Come si pesca con il Mebaring? Non si pesca in distanza, ma si pesca quasi sempre nei pressi del sottoriva o comunque non tanto distante da quest' ultima. Si lascerà che l' artificiale scenda sul fondo per poi animarlo con jerkate di polso, verso il basso se si vuole avere un movimento morbido, per pesci non tanto attivi, verso l' alto per avere un movimento scattante per pesci più attivi. Se immaginiamo una linea che indichi il passaggio di questo artificiale,  ci troveremo una serie di semicerchi sul fondo, esattamente come se si recuperasse una jig-head.
Questo artificiale, mi ha fatto letteralmente innamorare, per l' insieme di caratteristiche uniche che possiede, sicuramente quest' inverno lo proverò anche sui miei amici giga-ghiozzi, poichè ho già avuto la prova che è apprezzato anche dai Gobidi croati.
Nella sessione croata, abbiamo testato il nuovissimo mebaring di casa Aquawave, lo shallow-magic80, che dire, giudicate voi.
Let' s rock!
Marco Gentili